La Littorina, fine di un’epoca

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Dopo ben 58 anni circa, dalla prima apparizione in Sicilia delle prime gloriose automotrici della serie ALn 668, nel 2024 si chiuderà il ciclo di vita delle tanto amate e diffuse “littorine” che per la nostra Regione, hanno costituito la vera spina dorsale del trasporto pubblico regionale, essendo state impiegate su  tutte le ferrovie siciliane. Vogliamo pertanto oggi riassumere brevemente la loro storia e dare il giusto riconoscimento a questi rotabili che sono entrati nei cuori di tantissimi ferrovieri e di tanta gente. Nel dopoguerra, a seguito della devastazione del parco macchine delle Ferrovie dello Stato, ma anche di fronte ad una nuova prospettiva di rigenerazione del trasporto ferroviario, si diede impulso ad un progetto di sviluppo di una automotrice standardizzata che avesse caratteristiche di elevata affidabilità, facilità di condotta e di apprendimento, manutenzione e riparazione ben programmabili, costi complessivi contenuti, visto il genere di servizi che le automotrici diesel erano chiamate a svolgere in una rete ancora non diffusamente attrezzata per la trazione elettrica. Il progetto ebbe la genesi nel 1954 e ricalcò per  grandi linee le caratteristiche delle automotrici che l’avevano preceduta come le ALn 64, le ALn 772 e le  ALn 990 e fu ancora una volta privilegiata la scelta di disporre i motori di trazione a cilindri orizzontali sotto il pavimento, in modo da lasciare all’interno il massimo spazio disponibile per viaggiatori e servizi. Furono altresì eliminate le carenature del sottocassa per facilitare le ispezioni e migliorare allo stesso tempo la ventilazione dei diversi organi durante la marcia. La cassa fu progettata per essere suddivisa nei seguenti ambienti: cabina di guida anteriore, bagagliaio con posto per il capotreno, scompartimento di prima classe a otto posti, scompartimento di seconda classe a venti posti, vestibolo con porte d’accesso e ritirata, scompartimento di seconda classe a quaranta posti, cabina di guida posteriore. La sigla ALn 668, secondo le regole di classificazione dei rotabili in uso presso le Ferrovie dello Stato, indicò pertanto un’automotrice (A), leggera (L), con motore diesel (n – nafta), con possibilità di comando multiplo (raddoppio della seconda cifra) e sessantotto posti a sedere. La produzione fu affidata alla Breda, all’OM e alla FIAT e tra il 1956 e il 1958, videro la luce le prime tre automotrici prototipo  ALn 668 1401, 1402 e 1403. Già dalle prime corse di prova la validità fu evidente; la semplicità di condotta, la facilità di ispezione, l’impossibilità di false manovre e l’assenza di guasti determinarono un consenso immediato da parte delle FS che pertanto affidò alle aziende costruttrici, le prime commesse. La produzione delle ALn 668 andò avanti con dodici serie successive per quasi trent’anni – dalla serie 1400 del 1956 alla serie 3300 del 1983 – durante i quali le linee di produzione non si fermarono in considerazione del fatto che le ALn 668 furono anche prodotte per le ferrovie in concessione e per alcune ferrovie estere. Le ALn 668, nei più di 60 anni di esercizio, ricevettero dapprima la livrea in «castano-Isabella», per poi indossare quelle in  «verde lichene-giallo coloniale», in «grigio azzurro-beige pergamena» e per finire nella colorazione dello schema XMPR. Delle 668, alcune unità della serie 1400 in livrea verde lichene-giallo coloniale, furono temporaneamente distaccate preso i Depositi di Catania e Siracusa a scopo di istruzione-apprendimento, in vista dell’assegnazione di unità delle serie successive. Il primo gruppo ad arrivare in Sicilia, fu quello appartenente alla  serie 1500. Ne furono prodotte 75 unità tra il 1965 e il 1967 e furono consegnate  dapprima ai Depositi di Asti e Mantova, per un breve rodaggio, e poi ben 40 esemplari FIAT furono inviate al Deposito di Catania, per la necessaria sostituzione delle antiquate ALn 556 FIAT  e per essere  utilizzate sulle linee limitrofe al capoluogo etneo. Furono impiegate pertanto sulle ferrovie Catania-Caltanissetta C.le ed Agrigento C.le, sulla Catania-Taormina Giardini, verso Randazzo,  sulla  Carcaci-Regalbuto e ancora sulla Catania – Caltagirone verso Gela.  Le 668 prestarono servizio anche sulla Catania- Siracusa–Ragusa–Gela–Canicattì–Caltanissetta Xirbi e anche sulla ferrovia più meridionale d’Europa, la  Noto-Pachino. Nel 1972, sette anni dopo, avvenne l’invio in Sicilia di un secondo  gruppo  di ALn 668, la serie 1600. Le ALn 668 1600 erano sostanzialmente identiche alla precedente serie  1500, e si distinguevano per  il cambio meccanico FIAT a cinque marce a comando elettropneumatico, per piccole modifiche sul banco di manovra e sugli impianti elettrici e pneumatici mentre, esternamente, l’unica differenza tangibile era costituita dai nuovi fanali di tipo automobilistico, parzialmente incassati nel frontale per evitare interferenze con le porte dell’intercomunicante in posizione aperta. Ben 15 esemplari  FIAT e Breda furono dapprima destinate al  Deposito di Siracusa, mentre tra il 1975 e il 1977 altri 15 elementi, provenienti da altri impianti, furono consegnate al Deposito di Caltanissetta C.le. Nei primi anni del 1980 la dotazione delle 1600 contava 18 unità a Siracusa e 15 a Caltanissetta C.le.   Nel 1990, con la chiusura del Deposito di Caltanissetta, la serie 1600 fu assegnata ai depositi di Palermo e Catania. Di questa serie, solamente le automotrici ALn 668 1615 e 1616 sono state destinate al parco storico di Fondazione FS. Le stesse sono state sottoposte, prima, alla revisione delle parti meccaniche, elettriche e pneumatiche da parte delle maestranze Trenitalia del DL di Catania e successivamente sono state inviate al Deposito di Palermo per essere affidate all’Associazione Treno DOC  che, nel 2012, ha iniziato i lavori di restauro della cassa, mentre poi personale Trenitalia ha ripristinato gli arredamenti interni con sedili originali, recuperati da altre unità demolende e riportandole alla livrea “grigio azzurro-beige pergamena”. Nel periodo tra il 1977 e il 1978, in Sicilia si cominciarono a intravedere le prime unità delle 668 serie 1000.  Le differenze estetiche rispetto alle precedenti, 1500 e 1600, erano: l’aumento da 8 a 12 dei posti  di prima classe, l’equipaggiamento di due motori Diesel con potenza maggiore che consentirono  una velocità massima di 130 km/h, contro i 110 km/h delle precedenti, e la presenza di due porte di accesso viaggiatori per lato. Al Deposito di Palermo furono assegnate ben 14 unità  e trovarono largo impiego sulle relazioni Palermo-Catania e Siracusa, sulle linee Palermo-Agrigento, Palermo-Caltanissetta e un po’ meno sulla Palermo-Trapani via Castelvetrano. Nel 1983, Il DL di Palermo si arricchì di 17 unità della serie 3000 a comando multiplo. Col passare degli anni e con l’elettrificazione della Palermo-Catania e della Palermo-Agrigento-Caltanissetta, le ALn 668 furono impiegate esclusivamente sulle linee ferrate siciliane a trazione termica. La massima concentrazione si ebbe sulla Trapani – Castelvetrano – Piraineto, e sulla Siracusa – Ragusa – Gela – Canicattì.  Intorno al 2006, l’arrivo in Sicilia di 10 unità dei nuovi Minuetto Diesel, vide  l’intercalarsi di mezzi di vecchia e di nuova generazione, che si protrarrà con un’ovvia odierna preponderanza dei rotabili moderni, sino ad oggi. Infatti, dal 2022 in poi, tutte le  ALn 668 che scadevano di revisione, vennero accantonate nel piazzale di Pantanelli a Siracusa e presso il Deposito Locomotive di Palermo, in attesa della demolizione. Solo alcune, come da programmazione, vennero  revisionate presso le OGR di Foggia e ritornarono a Siracusa per non sguarnire troppo il parco rotabile a trazione termica. Altre 668 della serie 3100 o 3300, serie questa accoppiabile in tripla trazione, giunsero in Sicilia, provenienti da altri impianti della penisola.  Il recente avvento progressivo dei nuovi HTR 312 e 412, di Hitachi, cioè i nuovi treni ibridi in grado di viaggiare sia a trazione elettrica che diesel, coincide oggi con l’ultimo periodo di vita ferroviaria  delle  anziane 668, le ultime littorine, giunte, dopo un glorioso servizio durato 60 anni, in “pensione”. 

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