Sui binari della storia un reportage di viaggio alla scoperta della Valle dei Templi di Agrigento, in attesa di tornare presto sui treni storici di Fondazione FS

Viaggiare

Pubblichiamo un interessantissimo articolo di Elisabettta Reale su FS News, che ringraziamo, su binari della storia a bordo dei Treni Storici di Fondazione FS Italiane

Panche in legno, bagagliere in ferro, un oscillare insieme dolce e deciso, e una deliziosa brezza che dai finestrini abbassati invade la carrozza. Un viaggio dal ritmo lento quello a bordo dei Treni Storici della Fondazione FS Italiane, affinché il meraviglioso paesaggio intorno possa imprimersi negli occhi e nella memoria, con i suoi scorci incantevoli. Come quelli incontrati lungo l’itinerario che dalla stazione di Palermo Centrale ha condotto oltre un centinaio di curiosi viaggiatori, la prima domenica di ottobre, alla scoperta di Porto Empedocle (AG), attraversando la Ferrovia turistica dei Templi, l’unica in Europa ad addentrarsi dolcemente in un parco archeologico di fama internazionale, considerato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Un viaggio carico di fascino che rimanda al passato e invita a godere del tempo presente senza fretta. Non ci sono coincidenze da prendere, neppure appuntamenti da rispettare, solo il gusto della scoperta e la bellezza di un itinerario da condividere con la famiglia, gli amici o, semplicemente, i compagni di carrozza con cui scambiare qualche battuta, tutto svoltisi sempre nel rispetto delle norme anti Covid-19. Alla scoperta della Sicilia più vera, dalla bellezza ora selvaggia, ora addomesticata, grazie all’edizione 2020 dei Treni storici del gusto in Sicilia, progetto che unisce sapori, cultura e tradizioni, promosso dall’assessorato del Turismo, dello sport e dello spettacolo della Regione Siciliana, con la Fondazione FS Italiane e la partecipazione di Slow Food Sicilia. Una serie di appuntamenti, a partire da agosto e ora fermatisi in seguito al DPCM del 24 ottobre 2020, immaginati per connettere i centri urbani più importanti con luoghi custodi di specialità uniche, tradizioni millenarie, bellezze archeologiche e paesaggistiche senza pari. Il Treno dei Templi, in partenza da Palermo, trabocca di storia e bellezza sublimata dagli interventi di restauro delle carrozze: due vetture Centoporte che risalgono agli anni ’30, con doppio ingresso, e una Corbellini che deve il nome all’ingegnere del Servizio materiale e trazione di FS, anche senatore della RepubblicaGuido Corbellini (1890-1976). In più, un bagagliaio adibito a vettura bar, per rifocillarsi con un buon caffè grazie alla preziosa collaborazione dei volontari dell’associazione Treno Doc, sempre pronti a fornire informazioni e dettagli sul viaggio. In testa un locomotore D 445, tra i più performanti diesel italiani.

Il Treno dei Templi © Giuseppe Pastorello

Dopo Palermo, ci si ferma nelle stazioni di Bagheria e Termini Imerese (PA)Aragona Caldare (AG) e Agrigento Bassa, che quotidianamente vedono transitare i treni regionali. Lungo il percorso, immersi in un paesaggio dai toni caldi che si colora di autunno, si partecipa al Laboratorio del gusto organizzato da Slow Food Sicilia per scoprire le specialità del territorio, come la deliziosa pasta di mandorle e la cuddrireddra, tipica di Delia (CL), prodotta secondo le antiche metodologie della tradizione e coi migliori grani siciliani coltivati in molte zone interne dell’isola. Piccole delizie consegnate ai viaggiatori in confezioni singole da gustare durante il percorso.   E sono parecchi i presìdi Slow Food che si trovano lungo la tratta, in primis i grani antichi, e a Monreale (PA) le susine bianche, molto particolari perché venendo incartate dopo la raccolta e sistemate in trecce si conservano fino a Natale. Nella stessa zona, a Bagheria, è protagonista lo sfincione bianco, una focaccia condita con la cipolla, mentre a Termini Imerese e dintorni si trova l’ape nera sicula, una razza autoctona che produce prezioso miele durante tutto l’anno. Inoltrandosi verso l’agrigentino, c’è la cipolla Paglina di Castrofilippo, dolce e dal classico colore giallo paglierino, mentre fra Agrigento e Porto Empedocle, proprio vicino ai templi, si aggira la Capra Girgentana, dalle maestose corna, che fornisce un latte prezioso e ricco di nutrienti. Il viaggio è un’immersione nella storia dello zolfo siciliano e dei campi di grano, nei colori e nelle forme di colline e vallate in cui si alternano ombre e foschie. Ed è anche un percorso letterario attraverso i luoghi della Vigata-Porto Empedocle raccontata da Andrea Camilleri e della Agrigento di Luigi Pirandello. In contrada Caos, ai margini del Parco archeologico della Valle dei Templi, sorge infatti la casa natale dello scrittore premio Nobel, ora trasformata in museo. Scorre l’itinerario attraverso un paesaggio dolce e insieme vigoroso, dove il bruno delle colline dai profili eleganti e aspri si confonde col verde argento degli ulivi e con quello brillante dei fichi d’India che a fine estate cominciano a riempirsi di frutti succosi, soprattutto nella zona di Roccapalumba (PA), nota per questo tipo di coltivazioni.

La Valle dei Templi (AG) ©Marco Brivio/AdobeStock

Dal finestrino l’azzurro del cielo si sfuma con il blu splendente del mare che bagna Agrigento e Porto Empedocle, la cui stazione, che oggi effettua solo servizio turistico, era uno dei più importanti scali ferroviari siciliani del ’900. Ad animare la città anche i colori luminosi del murale che ritrae lo scrittore Camilleri, mentre le scalinate del raccolto centro storico sono decorate con i nomi dei suoi libri sul Commissario Montalbano. Un vero viaggio nel tempo quello per chi sosta alla fermata turistica Tempio di Vulcano che dà l’abbrivio a un percorso di rara bellezza e maestosità lungo la Valle dei Templivisitabile gratuitamente grazie a una convenzione con Fondazione FS. Da ammirare anche il Giardino della Kolymbethra, raro gioiello archeologico e agricolo, celebrato da scrittori e poeti del Mediterraneo, che con i suoi ipogei scavati 2.500 anni fa racconta la storia dell’antica Akragas (nell’attuale territorio di Agrigento), città fondata dai Greci nel VI sec. a.C. Recuperato dal Fai – Fondo ambiente italiano, è ora trasformato nel Museo vivente del mandorlo con oltre 300 specie siciliane. Attraversato il giardino, si apre l’area archeologica della Valle dei Templi, con una delle rovine più rappresentative, il Tempio dei Dioscuri, frutto della ricostruzione parziale eseguita nella prima metà dell’800 utilizzando elementi architettonici di varie epoche e provenienza, e il Tempio di Giove, i cui resti sono testimonianza di uno dei più grandi edifici dorici dell’antichità classica.  La strada di ritorno diventa poi occasione per confrontarsi con i compagni di viaggio, scambiarsi pareri e riflettere sulle bellezze, spesso poco note, che si trovano così vicino ai luoghi vissuti ogni giorno. E, ovviamente, darsi appuntamento alla prossima avventura in treno storico, sperando di poter tornare presto a viaggiare insieme.

Articolo tratto da La Freccia di novembre 2020

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