Cenni storici sul Vagone Postale UIz 1411 (tipo 1949) in livrea castano-isabella
I postali serie UIz 1400, conosciuti anche come tipo 1949, sono una serie di veicoli con cassa metallica consegnati alle FS tra il 1950 e il 1951 in 32 esemplari (marcati UIz 1400-1431) e rimasti in servizio fino al 2000 circa. Esteticamente si rifanno alle carrozze tipo 1946 da cui riprendono forme e dimensioni di cassa e tetto. I carrelli inizialmente erano del tipo ABm, ovvero gli stessi montati dalle più anziane carrozze tipo 1921 e sostituiti successivamente con il tipo 24D, elevando la velocità massima a 140 km/h. La disposizione degli spazi interni è strutturata in un corridoio laterale per il passaggio dei viaggiatori e in un ambiente unico dotato di grandi casellari con relativi tavoli lungo le pareti, stufe a carbone, un piccolo ripostiglio e la ritirata con WC e lavabo. I postali vennero consegnati all’esercizio in livrea Castano-Isabella, per poi vestire il tutto castano e infine il grigio ardesia con cui hanno concluso la loro lunga carriera. Nel 2008 l’associazione TrenoDoc di Palermo ricevette in affidamento due di questi postali (gli esemplari marcati UIz 1411 e 1430) per curarne il restauro e per poter entrare in composizione ai treni storici in Sicilia effettuati (a quel tempo) con la E636-128, con carrozze “centoporte” e con il bagagliaio a 2 assi DI 92000. Da questi presupposti nacque l’idea per questa elaborazione, in quanto, volendo riprodurre modellisticamente, in scala H0, questo convoglio, l’unico rotabile mancante all’appello dei ferromodellisti, era proprio il postale 1949 in castano isabella.
Il modello e l’elaborazione
Il postale 1949 è stato riprodotto in scala H0 solo dalla Rivarossi che lo ha commercializzato, (sin dal 1991), in diverse versioni ma sempre e soltanto nella livrea grigio ardesia e con i dispositivi antirapina montati negli anni ’70. Il modello scelto per l’elaborazione è il Rivarossi HR4270, prodotto nel 2017. Il progetto è stato finalizzato alla riproduzione del postale 1411 allo stato in cui si trova oggi, quindi con carrelli 24D, senza griglie antirapina e in livrea castano isabella. Il primo step è stato lo smontaggio della cassa, operazione molto semplice in quanto basta allargare la cassa e questa si separa facilmente dal telaio. Operazione più complessa è stata staccare i vetri in quanto incollati alla cassa con una colla fin troppo tenace con un pò di pazienza e una lama molto affilata però si è riusciti a separarli senza spaccarli o lesionarli. Lo step successivo è stato staccare le griglie antirapina, queste erano tenute in posizione da alcuni dentini, ma è bastato tirarle per venir via. Per eliminare tutte le tampografie infine si è immersa la cassa nello sgrassatore lasciandola per una intera notte. Le tampografie più ostiche sono state asportate con un vecchio spazzolino. Lo step successivo è stato il “risanamento” della cassa, occultando tutti i fori lasciati dalla rimozione delle griglie antirapina. Per quelli più piccoli attorno alla cornice del finestrino si è utilizzato del normale stucco per modellismo della Tamiya, riempiendo il foro e poi lisciando tutto con carta abrasiva inumidita con acqua. Per i fori più grandi in corrispondenza del coprigiunto si è invece sfruttata la griglia stessa, tagliando la grata solo alla base e inserendola al suo posto come se fosse un mattoncino, incollandola e stuccando le poche fessure rimaste. Nel modello originale della Rivarossi, non sono stati riprodotti gli interni, in quanto quasi invisibili attraverso i pochi finestrini presenti. Avendo rimosso le griglie antirapina il vuoto interno si notava di più, e quindi si è deciso di realizzarne un accenno (come avviene sui modelli commerciali), utilizzando del cartoncino rigido da 1.5 mm e tracciando la pianta degli interni e realizzando le pareti dei vari ambienti e dei tavoli presenti all’interno.
La verniciatura
Per la verniciatura della cassa sono stati utilizzati gli ottimi colori Puravest che riproducono fedelmente le tinte adottate dalle FS e hanno inoltre il pregio di stendersi con una facilità incredibile anche a pennello. Il primo passaggio è stato spruzzare una mano di primer bianco Tamiya a bomboletta, sia per dare una base chiara ai colori successivi sia per evidenziare eventuali difetti nella verniciatura. E’ stato poi il turno del colore isabella che è stato dato ad aerografo su tutta la cassa, due mani attendendo almeno 24 ore tra una passata e l’altra. Una volta ben asciutto il tutto sono state eseguite le mascherature necessarie con nastro Tamiya da 6 mm e poi stese due mani di colore castano (anche in questo caso attendendo 24 ore tra l’una e l’altra mano). Il castano è stato dato anche al sottocassa, ai carrelli e al ricasco dell’imperiale. I mantici sono stati ritoccati in nero opaco (Tamiya XF-1 ad aerografo) e gli interni in giallo sabbia leggermente scurito (Puravest a pennello). Per completare il modello mancavano solo le marcature e i loghi. Non avendo trovato nulla di pronto in commercio si è deciso di disegnarle, utilizzando un software di grafica vettoriale, fotografie e disegni originali FS delle varie marcature, e farle stampare dalla Fides di Verona. Il risultato è stato abbastanza soddisfacente. Una generosa mano di trasparente semilucido (Tamiya X-35 ad aerografo) ha sigillato il tutto e il modello è stato quindi “consegnato all’esercizio” sul plastico sociale dell’Associazione TrenoDoc di Palermo.

























